Number One – Il locale dell’impossibile

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La discoteca aprì nel 1979 e, con i suoi oltre 28.000 metri quadrati, è una delle più grandi d’Europa. Si trova tuttora a Rovato, nella parte meridionale della Franciacorta, a ovest di Brescia.

All’ingresso del Number One campeggiava una grande scritta: «Il locale dell’impossibile», uno slogan diventato un’ossessione per intere generazioni di frequentatori.

Inizialmente vengono riprodotti generi musicali come italodisco e house per poi passare agli stili elettronici più duri quali l’acid-house, la techno e i suoi derivati. All’inizio degli anni ’90 il locale suona prevalentemente musica proveniente dalla cultura techno del Nord e Centro Europa (che si stava imponendo in paesi come Belgio, Germania, Paesi Bassi), al tempo poco conosciuta in Italia. Fu il dj resident Claudio Lancinhouse che, dopo un viaggio in Olanda, decide di iniziare a proporre generi come la techno, la trance e l’hardcore.

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Il locale diventa un luogo dove ribaltare i canoni delle classiche discoteche e della trasgressione giovanile della prima metà degli anni 90. Fulcro di questo cambiamento è la musica suonata nella sala imperiale (sala 2) che, partendo dalla dance di inizio serata, passa alla techno, alla trance e all’hardcore; il pubblico comincia ad apprezzare sempre più quest’ultima identificando nel Number One questo genere.

Quando viene inaugurata, la Sala 2 è un piccolo gioiello tecnologico: misura oltre 1700 metri quadrati e può vantare un impianto da 30.000 Watt. La parte centrale del soffitto è dotata di un sistema di illuminazione a tre facce, ciascuna delle quali provvista di un diverso set di effetti luminosi. Un solo lato del soffitto è armato di 800 fari, il secondo lato è dotato di strobo e laser e il terzo, munito di neon, serviva ad illuminare la discoteca durante il famoso «rito» dell’ultimo disco.

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La sala imperiale è l’ambiente più popolare del Number One. Qui avviene la comparsa dei primi gabber sulla falsariga di quelli olandesi e si forma una sottocultura denominata “Hardcore Warriors” caratterizzata da durezza estetica e caratteriale che culmina nel rito di fine serata con il disco di chiusura.

Nella primavera del 1994 Dj Rob, resident del leggendario club Parkzicht di Rotterdam e fondatore dell’etichetta Coolman Records, suonò al Number One. Fu l’inizio degli eventi chiamati «Hardcore Warriors», nei quali Claudio Lancini venne affiancato da ospiti stranieri; fra i primi gli Euromasters, Maurice Steenbergen (Rotterdam Termination Source) e Paul Elstak. Nel 1996 ci fu il record dei record. L’evento Hardcore Warriors ha portato al Number One la cifra record di 17 000 persone, con Bus provenienti da tutta Italia, Belgio e Olanda.

Ciò che contribuì più di tutto alla fama del Number One è stato il «rito dell’ultimo disco»; solitamente si trattava di tracce molto pesanti e molto veloci, con un’introduzione ed uno svolgimento particolari, in grado di far letteralmente impazzire la folla.

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